“La casa delle voci”, il nuovo atteso romanzo di Donato Carrisi, presenta ai lettori un nuovo protagonista: Pietro Gerber è l’addormentatore di bambini, uno psicologo infantile che aiuta i piccoli traumatizzati. Una chiamata - che è quasi una supplica - dall'altra parte del mondo lo convince ad accettare un caso: Hanna Hall è tormentata dal ricordo di un omicidio, che lei è sicura sia reale. Ma Hanna Hall non è una bambina, ha trent'anni. In una Firenze colma di pioggia si dipana un thriller costruito magistralmente, caratterizzato da un equilibrio perfetto di ritmo e suspense... - L'approfondimento
Regola numero uno: fidati soltanto di mamma e papà.
Regola numero due: gli estranei sono il pericolo.
Regola numero tre: non dire mai il tuo nome agli estranei.
Regola numero quattro: non avvicinarti agli estranei e non farti avvicinare da loro.
Regola numero cinque: se un estraneo ti chiama per nome, scappa.
Dal 2 dicembre è in libreria La casa delle voci (Longanesi), il nuovo atteso romanzo di Donato Carrisi (nella foto di Gianmarco Chieregato, ndr).
Dopo Il gioco del suggeritore (Longanesi, 2018) e Il gioco del labirinto (Longanesi, 2017, di cui è da poco uscito in tutte le sale italiane l’omonimo film, con Toni Servillo e Dustin Hoffman), La casa delle voci introduce un nuovo protagonista che potrebbe (un po’ ce lo auguriamo) creare una serie a sé.
Pietro Gerber ha trentatré anni ed è uno psicologo infantile particolare: aiuta i bambini traumatizzati a distinguere, attraverso la tecnica dell’ipnosi, ciò che è vero da ciò che non lo è. Per questa sua caratteristica è soprannominato “l’addormentatore di bambini”.
È impegnato con il piccolo Emilian, orfano bielorusso dato in adozione a una giovane coppia sospettata di aver sottoposto il bambino a eventi traumatici, quando una chiamata d’Oltreoceano lo destabilizza: Theresa Walker, psicologa infantile di Adelaide, Australia, ha bisogno dell’aiuto dell’addormentatore di bambini ma, stavolta, per un’adulta.
Una sua paziente, Hanna Hall, sostiene che nelle campagne toscane, parecchi anni prima, sia stato commesso un omicidio e che sa chi sia il colpevole. La donna ora si trova a Firenze, perciò tocca a Pietro prendere le redini dell’analisi. Con riluttanza decide di aiutare la collega e inizia una serie di sedute con la ragazza.
Quando la situazione comincia a farsi inquietante è troppo tardi: interrompere di colpo una terapia d’ipnosi può essere molto pericoloso e provocare un grave danno nella psiche della donna.
Ma come fa Hanna a sapere particolari intimi della vita di Pietro, come l’ultima parola che gli disse suo padre? E perché la ragazza regala al figlio di Pietro un oggetto strettamente legato al caso di Emilian?
Pietro Gerber dovrà ipnotizzare la bambina che è dentro la giovane Hanna Hall, scoprirne l’infanzia trascorsa a scappare dagli estranei, capire cosa si cela dietro quel gioco che faceva con i suoi genitori nella casa delle voci ma, soprattutto, comprendere se ci sia stato davvero un omicidio.
La Toscana di ieri e di oggi non si limita a fare da sfondo: la fatiscenza dei rifugi di fortuna, le fattorie abbandonate e le case improvvisate sono specchio dell’infanzia di Hanna, la cui natura bambina ha preservato ricordi maneggiati, un’amnesia selettiva per proteggersi e poter diventare grande.
Firenze non smette di far piovere, come se la città cercasse di purificare gli orrori che ha coperto fino a quel momento. Gli spazi angusti, la claustrofobia, il marcio che si insinua anche dove non dovrebbe, fanno tremare Pietro Gerber e il lettore con lui: ancora una volta Donato Carrisi mostra come il male sia dappertutto e possa prendere qualsiasi forma.
La casa delle voci non appartiene alle due serie che l’autore de Il Suggeritore sta portando avanti, il ciclo di Mila Vasquez, investigatrice specializzata nella ricerca di persone scomparse, e del penitenziere Marcus, andando a sommarsi agli altri romanzi slegati dai due filoni, La donna dei fiori di carta (Longanesi, 2012) e La ragazza nella nebbia (Longanesi, 2015).
In questo romanzo troviamo intrecciate molte delle tematiche care allo scrittore, regista e sceneggiatore di Martina Franca: la lotta tra il bene e il male, il potere mistico della paura, l’ascolto dei bambini, a cui sembra non si dia mai abbastanza attenzione.
Fonte: www.illibraio.it
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