Ventiduesimo romanzo della serie di Jack Reacher (secondo Forbes "il brand più potente della narrativa contemporanea"), "Il passato non torna" può essere un ottimo punto di partenza anche per chi non abbia ancora conosciuto questo personaggio amatissimo (protagonista anche al cinema). Lo scrittore e bibliotecario Fabiano Massimi su ilLibraio.it spiega perché il piacere nel leggere Child ha molte facce
“Approfittò dell’ultimo sole estivo in una cittadina sulla costa del Maine e poi, come gli uccelli nel cielo sopra di lui, si diresse verso sud. Sarebbe stato un viaggio on the road, di quelli epici, come non gli succedeva da anni. Non vedeva l’ora. Non andò lontano.”
Stati Uniti, giorni nostri. Mentre cerca di raggiungere Boston in autostop, Jack Reacher, ex maggiore della polizia militare che da anni vagabonda per le strade del Paese, si ritrova di fronte a un bivio che gli riaccende ricordi lontani: Laconia, la cittadina in cui era nato suo padre, si trova a pochi chilometri, e lui, che non ci è mai stato prima, decide di fare una deviazione per raccogliere qualche informazione sul suo passato. Ma come spesso accade quando Reacher arriva in città, quella che doveva essere solo una breve fermata priva di complicazioni si trasforma in un’avventura sconvolgente, e altamente letale.
Ventiduesimo romanzo della serie di Jack Reacher – secondo Forbes “il brand più potente della narrativa contemporanea” – Il passato non torna (traduzione di Adria Tissoni) è anche il penultimo pensato e scritto in toto dal suo creatore, l’inglese Lee Child, al secolo Jim Grant, che dal ventiquattresimo verrà affiancato da un fratello minore destinato a raccogliere il testimone con il nome Andrew Child.
Un’operazione che ha pochi precedenti (viene in mente Clive Cussler) e che nasce dal desiderio di non privare decine di milioni di fan in tutto il mondo del loro appuntamento annuale con il gigante buono che si aggira per l’America senza legami e senza fardelli – solo i vestiti che indossa e uno spazzolino pieghevole – portando giustizia dove la Legge non arriva. E se non avete mai letto un Jack Reacher, difficilmente potrete immaginare il grado di assuefazione che sa generare: i romanzi di Child, per quanto corposi, si leggono sempre d’un fiato e lasciano totalmente soddisfatti. Il piacere perfetto.
Il passato non torna conferma questa regola, e nonostante sia il ventiduesimo della serie può essere un ottimo punto di partenza anche per chi non abbia ancora conosciuto Jack Reacher: tutto ciò che occorre sapere è nelle prime pagine, e la trama è al livello degli episodi migliori, con due fili che corrono paralleli fino alla fine per poi unirsi e deflagrare come idrogeno e ossigeno.
La lezione è ormai classica, kinghiana o lynchiana potremmo dire: guardatevi dalle pacifiche cittadine della provincia americana, specie quelle immerse nei boschi, perché in attesa nella loro oscurità ci sono i mostri. A differenza che in It o Twin Peaks, però, qui arriva un eroe a salvare gli innocenti, come Shane nel Cavaliere della valle solitaria e prima di lui mille altri paladini, in una tradizione letteraria che risale agli albori dell’umanità (Child stesso la racconta in un libretto, The Hero, uscito in Inghilterra pochi mesi fa).
Consolatorio, diranno alcuni, ma a parte che consolare è una funzione primaria – e nobilissima – della letteratura, cosa c’è di consolante nel dover prevedere un vendicatore sovrumano che rimetta a posto il caos uccidendo legioni di cattivi? Jack Reacher, si è detto, è l’unico giustiziere che fa più vittime dei criminali cui dà la caccia. Magari sarà liberatorio vederlo in azione caso per caso, ma certo l’universo in cui vive – il nostro – non è così rassicurante.
Il piacere, nel leggere Child, ha molte facce: c’è il sollievo di vivere per qualche ora senza alcun obbligo al mondo; c’è la sensazione di invincibilità che deriva dal possedere una montagna di muscoli, l’addestramento di un marine e il cervello di Sherlock Holmes (essere temuti e non temere); c’è l’ebbrezza di venire trasportati a rotta di collo in un’avventura imprevedibile (anche per l’autore, che scrive senza piani, lasciandosi sorprendere lui stesso dalla piega degli eventi); e c’è ciò cui tutti gli scrittori aspirano, ma che solo una manciata può vantare: una voce unica, familiare, e magnetica. Alla fine è proprio questo il segreto del brand Jack Reacher: non il personaggio ma il suo creatore, che nei romanzi, nelle interviste, per iscritto e dal vivo si dimostra proprio il genere di autore che vorremmo per amico. Chissà come fa a sapere tante cose? Chissà come gli vengono quelle splendide battute? Lo staremmo ad ascoltare per ore.
L’AUTORE – Fabiano Massimi è nato a Modena nel 1977. Laureato in Filosofia tra Bologna e Manchester, bibliotecario alla Biblioteca Delfini di Modena, da anni lavora come consulente per alcune tra le maggiori case editrici italiane. Il suo ultimo libro, L’angelo di Monaco, è stato l’esordio italiano più venduto alla Fiera di Londra 2019: un thriller in equilibrio tra realtà storica e avvincente finzione, un viaggio all’inseguimento di uno scampolo di verità in grado, forse, di restituire dignità alla prima, vera vittima della propaganda nazista: la giovane e innocente Geli Raubal.
Alla sua pagina autore tutti i suoi articoli scritti per ilLibraio.it.
Fonte: www.illibraio.it
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