"Io non fuggo, mi arrampico. Su qualunque cosa, da sempre... I libri e gli alberi sono l’habitat della mia anima...". Lavinia Petti (nelle foto) sin da piccola ama stare sugli alberi. Non solo: ha praticato ginnastica artistica e frequenta una scuola circense... Ora arriva in libreria il suo primo romanzo, "Il ladro di nebbia". Per l'occasione, la giovane autrice-acrobata si racconta su ilLibraio.it
Tutto quello che scrivo finisce su una penna USB a forma di scimmia. Me l’ha regalata mio padre e io, con una spiccata punta di originalità, l’ho chiamata La Scimmia. Mio padre sa il fatto suo e sa anche il fatto mio.
Sa che da quando ho imparato a camminare non ho mai percorso vie dritte, piane, di quelle che puntano all’orizzonte. A me è sempre piaciuto andare in verticale e infischiarmene delle leggi newtoniane sulla gravitazione universale: una mela si stacca da un albero e cade a terra, fine della storia. Ma noi non siamo mele. Abbiamo due gambe e due braccia, e un superpotere chiamato immaginazione. Se impariamo a usarli, magari facciamo più strada di una mela.
Quando lessi Il barone rampante intravidi l’ombra della mia anima gemella in Cosimo Piovasco barone di Rondò. A causa di un rivoltante piatto di lumache e di un litigio con il padre, il barone dodicenne piantava tutto e andava a vivere sugli alberi.
Dietro questa storia, sentii pulsare lo spirito e l’essenza di chi si rifiuta di tenere i piedi a terra.
Anche io mi rifiuto. Non è una scelta, è quello che sono. I libri e gli alberi sono l’habitat della mia anima.
Io non fuggo, mi arrampico. Su qualunque cosa, da sempre. Tronchi, muri, rocce, nastri, corde. Ne ho bisogno per avere un punto di vista diverso sulla realtà. Una visione più completa del mondo di sotto, con il sacro privilegio degli esseri invisibili. Non è facile come sembra: spesso tra quei rami e quelle pagine ti senti solo, distante, dimenticato. Ti chiedi che sapore abbia vivere laggiù, vivere davvero. Se i colori sono più intensi, gli odori più forti, gli sguardi più intimi. Così, più volte, provi a scendere. La forza di gravità ti reclama, perché anche se non vuoi crederci, lei esiste e ogni tanto viene a farti visita. All’inizio è tutto inebriante, carico, vivo… poi ti accorgi che quello sotto i tuoi piedi non è terreno: sono sabbie mobili.
Allora torni su di corsa, dal popolo degli alberi (perché a dirla tutta ti senti solo, sì, ma non lo sei). Riprendi a camminare sui rami dei secoli e a perderti negl’incavi dei mondi, senza davvero appartenere a nessuno di essi, mentre tutti, per un poco, ti appartengono.
Guardi il mondo di sotto: la vista è mozzafiato, ma non provi rimpianti. Alla fine hai scelto di essere quello che sei.
Lavinia Petti è nata a Napoli nel 1988. Sin da piccola ama arrampicarsi. A lungo ha praticato ginnastica artistica a livello agonistico. Ultimamente frequenta una scuola circense… Laureata in Studi Islamici all’Istituto Orientale di Napoli, ha vinto vari concorsi letterari. Ha scritto con Massimo Izzi il saggio Fate. Da Morgana alle Winx. E ora arriva con Longanesi il suo primo romanzo. La trama de Il ladro di nebbia? Antonio M. Fonte è uno scrittore di enorme successo, ma per lui fama e ricchezza non hanno alcun significato. Stralunato e sociopatico, vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope, e se non ci fosse il suo agente letterario a ricordargli scadenze e doveri sarebbe incapace di distinguere ciò che è reale da ciò che forse non lo è. Ma un giorno, in mezzo alle migliaia di lettere dei suoi ammiratori, Antonio ne riceve una che non può ignorare. Datata quindici anni prima, è indirizzata a una donna che Antonio non crede di avere mai conosciuto. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quella lettera l’ha scritta lui, senza alcun dubbio. Quelle parole accennano a un ricordo smarrito e soprattutto a un uomo che è stato ucciso, forse da lui stesso. Ma Antonio di tutto questo non ricorda nulla. Il giorno del suo cinquantesimo compleanno, si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio…
Tutte le foto di Lavinia Petti presenti nell’articolo sono state realizzate da Stefano Granato
Fonte: www.illibraio.it
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