Leo Longanesi: l’omaggio dei social e del Festival della Comunicazione

Redazione Il Libraio | 01.09.2016

Un'antologia, curata da Pietrangelo Buttafuoco, e un'iniziativa sui social, per ricordare l'anticonformista Leo Longanesi (che nel '46 fondò la rivista "Il Libraio") in occasione dei 70 anni della casa editrice che porta il nome di un grande innovatore del giornalismo. E un incontro, dal titolo "Dall'aforisma al tweet", in programma l'11 settembre al Festival della Comunicazione di Camogli


L’anticonformista e creativo Leopoldo Longanesi, detto Leo (Bagnacavallo, in Romagna, 30 agosto 1905 – Milano, 27 settembre 1957), è stato un vero innovatore nel giornalismo. Si pensi solo all’impatto di riviste come Omnibus e Il Borghese. Secondo Massimo Fini, Longanesi “è il padre del giornalismo italiano moderno, non solo perché con i suoi giornali, Omnibus soprattutto, anticipò la grande stagione del rotocalco, che è il fenomeno più peculiare nella storia della nostra stampa, ma perché, in pratica, tutta la storia del giornalismo contemporaneo si dipana attraverso i suoi allievi“.

“Fustigatore impietoso, i cui scritti conservano ancora a distanza di anni la stessa capacità di fissare vizi e virtù del nostro Paese”, nel corso della sua breve vita Leo Longanesi è stato anche scrittore, pittore, disegnatore, pubblicitario ed editore, sempre con uno sguardo proiettato al futuro. E proprio quest’anno, la casa editrice che porta il suo nome, compie 70 anni.

Longanesi fu un editore dal grande fiuto, che vinse la prima edizione del premio Strega, nel 1947, con Tempo di uccidere dell’amico Ennio Flaiano. Ma tra i libri pubblicati, non va dimenticato, tra gli altri, Il cielo è rosso di Giuseppe Berto. Non solo: la Longanesi pubblicò il primo racconto di Ernest Hemingway in Italia e lanciò alcuni autori come Vitaliano Brancati, Dino Buzzati (fu Longanesi a suggerire a Buzzati di cambiare il titolo del suo libro più noto, Il deserto dei tartari, che Buzzati voleva intitolare La fortezza), Goffredo Parise, Giuseppe Berto. Pubblicò, tra le altre, opere di Giuseppe Prezzolini, Giovanni Spadolini e Indro Montanelli.

L’INIZIATIVA SUI SOCIAL

Ogni opinione e battuta di Leo Longanesi sarebbe stato un tweet perfetto, se solo uno dei maestro degli aforismi non fosse mancato ben prima dell’avvento dei social network. Per celebrare i 70 anni della casa editrice Longanesi da lui fondata, è stato lanciato un gioco, in cui tutti sono invitati a reinterpretare le scoccate letterarie su cultura e libri, cialtronismo, amore, Italia. E’ possibile trovarne una selezione a cercando l’hashtag #LeoLonganesi e qui sotto, per partecipare al contest visivo “Dall’aforisma al tweet”. L’invito è rivoltolettori, instagrammer, illustratori, fotografi, vignettisti e a chiunque sia armato di smartphone e fotocamera.  Usando l’hashtag #LeoLonganesi è possibile pubblicare su Twitter, Instagram o Facebook un’immagine che associate a una massima di Leo Longanesi, appuntandola accanto a un articolo di giornale, trascrivendola e associandola a una fotografia o usandola come didascalia dello scatto. C’è tempo fino al Festival della Comunicazione di Camogli, che si concluderà l’11 settembre.

il mio longanesi

L’INCONTRO A CAMOGLI

A Camogli, domenica 11 settembre, alle ore 11, presso la Terrazza delle Idee, è in programma l’incontro “Dall’aforisma al tweet”, dedicato alla figura di Leo Longanesi, con Pietrangelo Buttafuoco (curatore dell’antologia Il mio Longanesi) e il professor Gino Ruozzi (ordinario di Letteratura italiana nella Scuola di Lettere e Beni culturali dell’Università di Bologna, i cui studi sono in particolare rivolti alla tradizione italiana ed europea delle forme brevi). Il dialogo è moderato dal giornalista Antonio Prudenzano, responsabile del sito ilLibraio.it (fu proprio Longanesi a fondare nel 1946 la rivista Il Libraio).

Il tema degli aforismi sarà un punto di partenza che ricordare la figura di Longanesi, che non ha avuto i riconoscimenti postumi che avrebbe meritato. Il motivo? Il legame – da contestualizzare (e da approfondire) – con il fascismo: Longanesi, che conosceva Mussolini, coniò slogan per il regime, come “Veterani si nasce” e “Taci, il nemico ti ascolta.” Allo stesso tempo, fu uno dei pochi, in anni difficili e complessi, a fare satira sul fascismo: pensiamo a uno slogan come “Mussolini ha sempre ragione” che, come ha fatto notare sull’Avvenire Cesare Cavalleri, può essere letto ironicamente… Caduta la dittatura e finita la guerra, si ritrovò contro gli anti-fascisti, dei quali scrisse: “Quel che non sanno è che parlano lo stesso linguaggio demagogico del fascismo…”. Come ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere, il “troppo dimenticato” Longanesi “non ha avuto modo di essere tra i venerati maestri”.

ALCUNI AFORISMI DI LONGANESI

EMOZIONI

Un’ora fa, aspettavo qualcosa dalla vita. #LeoLonganesi

Tutto sommato, quel che più mi interessa sono le stagioni. #LeoLonganesi

Ci sono anche i dolori di lusso, che recano lustro a chi li sopporta. #LeoLonganesi

INTELLIGENZA COLLETTIVA

Non si ha idea delle idee della gente senza idee. #LeoLonganesi

Il contrario di quel che penso mi seduce come un mondo favoloso #LeoLonganesi

Se i proverbi sono la saggezza dei popoli, i luoghi comuni sono la saggezza della borghesia #LeoLonganesi

Ha preso l’abitudine dell’intelligenza, ma è un cretino #LeoLonganesi

Luoghi comuni, non possiamo farne senza: formano il decoro e la difesa del nostro costume #LeoLonganesi
«Senta: le sue idee sono troppo chiare e precise. Ritorni un altro giorno, con più confusione in testa, con più estro». #LeoLonganesi
Un ottimista: «Le dirò: io, alla bomba atomica non ci credo finché non la sento scoppiare». #LeoLonganesi

NOTIZIE

«La libertà di stampa è necessaria soltanto ai giornalisti che non sanno scrivere». #LeoLonganesi

I giornali si riesce a digerirli finché non sono venduti. #LeoLonganesi

LAVORO

Una società fondata sul lavoro non sogna che il riposo. #LeoLonganesi

ARTE

La mia fantasia si è inceppata: ho bisogno d’un piccolo dispiacere. #LeoLonganesi

L’arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati. #LeoLonganesi

UOMINI E DONNE

Diffidate dalle donne intellettuali: finiranno col rintracciare sempre il cretino che le capisce. #LeoLonganesi
Suo marito, Dio mio, non era ancora riuscito a trovare una amante che portasse una nota chic nella loro povera vita. #LeoLonganesi

«Lei, di solito, cosa fa la sera?».
«Io, di solito, cerco di non accompagnare mia moglie al cinematografo». #LeoLonganesi
L’occhio sospettoso con cui mia moglie mi guarda quando sono allegro; quando sono triste. L’occhio incredulo di lei quando non esprimo nulla. #LeoLonganesi

GIOVINEZZA

«Che sport fa?».
«Rincorro gli anni perduti». #LeoLonganesi

C’è una sola grande moda: la giovinezza. #LeoLonganesi

I ricordi si interpretano come i sogni. #LeoLonganesi

Sono colto dal dubbio di aver dimenticato la mia cultura nella guardaroba del liceo #LeoLonganesi

AMORE

Sono un misantropo che cerca compagnia per sentirsi più solo #LeoLonganesi

«Le belle lettere d’amore si scrivono a chi non si ama», dice A. «Io stesso, che ne ho scritte tante, quando sono davvero innamorato, ricopio quelle vecchie, scritte a donne di cui non m’importava gran che». #LeoLonganesi

«Un po’ di pornografia, dottore, crede che mi farebbe male?». #LeoLonganesi

Fonte: www.illibraio.it

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