Alessia Gazzola torna con una nuova protagonista, Beatrice Bernabò, giovane italiana ventiduenne, divisa tra le feste e gli scandali dell'aristocrazia londinese degli anni Venti. "Miss Bee e il cadavere in biblioteca" è il primo libro di una trilogia (in rapida pubblicazione nei prossimi mesi), in cui l'amata autrice de "L'Allieva" presenta un personaggio tanto realistico dal punto di vista storico quanto contemporaneo...
Negli anni abbiamo imparato a conoscere e ad amare ogni protagonista nata dalla penna di Alessia Gazzola: dalla giovane specializzanda in medicina legale, Alice Allevi (al centro della serie e della fiction di Rai1 L’Allieva, Longanesi, 2011) alla giornalista di lifestyle Rachele Braganza (Una piccola formalità, Longanesi, 2023), passando per la paleopatologa Costanza Macallè (apparsa per la prima volta in Questione di Costanza, Longanesi, 2019).
Come una delle maggiori rappresentanti della chick lit in Italia, nei suoi libri la scrittrice originaria di Messina ha sempre tratteggiato delle protagoniste alla ricerca – prima che di una storia d’amore e della risoluzione di un mistero intricato – della strada da percorrere, della felicità, della propria realizzazione, a prescindere dalle faccende di cuore.
Giovani donne distinte dalle loro storie personali, dalle città in cui si muovono e dalle loro professioni, ma sempre accomunate dallo stesso animo combattivo e brillante, declinato attraverso sfumature differenti.
La protagonista di Miss Bee e il cadavere in biblioteca (Longanesi) è, in questo senso, molto simile alle sue “sorelle di carta”: appena affacciata all’età adulta, Beatrice Bernabò non riesce ancora a capire in che direzione far muovere la sua vita. È una ragazza sensibile, intraprendente e leale che, però, non ha ancora trovato tutte le risposte alle domande che iniziano ad assieparsi nella sua mente: quale lavoro vorrebbe fare? Di quali persone può fidarsi davvero? Chi vuole essere, dentro e fuori dalla sua famiglia?
Se l’attualità di queste domande fa sicuramente avvicinare Beatrice (detta Bee) agli interrogativi che assillano anche le altre giovani protagoniste dei libri di Gazzola, a cambiare le carte in tavola è il contesto in cui la ragazza è inserita: la scintillante e pericolosa aristocrazia londinese degli anni Venti, un società caratterizzata da una progressiva emancipazione femminile ma in cui persistono ancora limitazioni, rifiuti e pregiudizi.
Alessia Gazzola ha quindi deciso di esplorare nuovi territori e, soprattutto, nuove epoche, all’interno della sua trilogia con protagonista Miss Bee, che tornerà in libreria a gennaio 2025 con il secondo capitolo (Miss Bee e il principe d’inverno) e, a distanza di qualche mese, con il terzo titolo (Miss Bee e il fantasma dell’ambasciata).
Avevamo già intuito il fascino esercitato dall’Inghilterra dei secoli scorsi sullo stile e sulle ispirazioni della scrittrice – a partire dal suo romanzo Un tè a Chaverton House (Garzanti), ambientato in un’antica dimora inglese, e proseguendo con il suo dichiarato amore per le opere di Agatha Christie e di Jane Austen, oltre che per la serie televisiva di Downtown Abbey. “L’Inghilterra dei secoli passati è la comfort zone della mia immaginazione”, ha raccontato Alessia Gazzola nella recente intervista a Donna Moderna.
Forse, anche per questo, Miss Bee e il cadavere in biblioteca presenta un personaggio particolarmente vivido e realistico: Beatrice Bernabò è una ventiduenne italiana (la più giovane tra le protagoniste di Gazzola) emigrata nel Regno Unito assieme alle sorelle e al padre Leonida, divenuto professore di Italianistica all’Università di Londra con il benestare dell’ambasciatore italiano, molto vicino al regime fascista.
A quattro anni di distanza dal loro brusco trasferimento nella capitale inglese, Beatrice sente finalmente di avere trovato la sua casa. Dietro di sé ha lasciato un Paese ormai oppresso dal fascismo, trovandosi catapultata in una vita all’insegna di cene eleganti, feste e pettegolezzi. Seppur qualcuno la guardi ancora con sospetto per il suo essere italiana, Beatrice si trova di fatto in una realtà più libera, in cui le donne si stanno lentamente facendo largo, con tagli di capelli e vestiti sempre più corti.
Mentre le persone si aspettano da lei raffinatezza, eleganza e coscienziosità, gradualmente Miss Bee inizia ad abbracciare il suo animo pratico, a divorare le storie piene di scandali e misteri di Carolina Invernizio, a muoversi in omnibus, a progettare e ricamare paralumi nella penombra della sua soffitta.
Ma nella nuova vita di Beatrice non è tutto rose e fiori: la sua passione (confezionare e vendere paralumi) non è ritenuta dignitosa, in un mondo in cui la reputazione è ancora l’unica cosa che conta; i suoi parenti rimasti in Italia hanno ripudiato la sua famiglia dopo che il padre, rimasto vedovo, si è risposato con una donna di umili origini, morta dando alla luce Lucilla, la sorellina di Bee; Leonida è obbligato a sostenere un regime che lo disgusta; nel frattempo, come se non bastasse, l’alta società inglese scricchiola sotto il peso di debiti e cospirazioni.
È proprio in uno di questi complotti che Miss Bee, suo malgrado, si trova invischiata: durante una cena a casa della sua vicina, Mrs Ashbury, il ricco imprenditore Mr. James Carter Lacy, proprietario di una miniera in India, viene trovato morto in mezzo alla biblioteca. Nessuno degli invitati pare responsabile della sua dipartita, che sembrerebbe piuttosto da imputare a un malore improvviso. Ben presto, però, la realtà dei fatti si rivela differente.
Ed è proprio questa una delle cifre distintive del romanzo: il continuo scostamento tra realtà e apparenza, che caratterizza non solo il corso dell’indagine, ma anche la vita della stessa Miss Bee e dei personaggi che la circondano.
Primi fra tutti i due protagonisti maschili del romanzo, che, contro ogni aspettativa, scuoteranno il cuore di Beatrice Bernabò: da un lato Christopher “Kit” Ashbury, vicino di casa di Bee, dall’altro il suo migliore amico, l’undicesimo visconte di Warthmore, Julian Lennox.
Kit è una figura amica fin dall’arrivo di Bee in Inghilterra: lui e sua madre l’hanno fatta sentire accolta e accettata, ottenendo così la sua gratitudine. Verso il giovane vicino di casa Beatrice sente di provare qualcosa di simile all’amore, anche se spesso guastato da una punta di apprensione, delusione e paura.
“Quell’infelicità di fondo faceva parte dell’amore? O si poteva evitare? Non aveva esperienza, non poteva saperlo”.
Nel momento in cui Kit viene accusato di aver orchestrato la morte di James Carter Lacy, Miss Bee mette in sospeso tutti i suoi dubbi per cercare di aiutarlo. Gli indizi (o forse è meglio dire, le apparenze) portano la giovane ad accusare del crimine il terzogenito del nono visconte di Warthmore, Julian Lennox, inaspettatamente divenuto visconte dopo la subitanea morte dei due fratelli maggiori. Julian è preceduto dalla sua fama di ribelle, irresponsabile e sleale, eppure sembrerebbe dotato, oltre che di un grande carisma, anche di sensibilità ed empatia. Dove si trova la verità?
Questi e altri personaggi – la sorella maggiore di Bee, Clara, materna, severa e fragile al tempo stesso, oppure il glaciale ispettore capo Blackburn, spezzato dall’esperienza della guerra – si ritrovano, come Miss Bee, a nascondere le proprie incertezze e le proprie ferite.
Ma alcune cicatrici non possono essere celate, proprio come quella che solca la guancia sinistra di Beatrice e che la ragazza inevitabilmente mostra a ogni persona che incontra, suscitando curiosità, pietà, avversione. Solo guardando la sofferenza dritto in faccia è possibile trovare le risposte, sia in merito all’indagine sia sulla propria vita…
Tra il timore di perdere le persone amate e i crudeli cambi di direzione del destino, Beatrice si muove con determinazione e intelligenza attraverso le storie dei personaggi.
Alla ricerca della verità, non solo sulla morte di Carter Lacy, ma anche sul suo futuro, la giovane Miss scoprirà che, nel bene e nel male, non sempre le persone sono davvero come appaiono. Ed è proprio in questo che risiede sia il pericolo sia il fascino delle possibilità.
Fonte: www.illibraio.it
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