“Sette giorni perfetti” di Rosie Walsh: un thriller psicologico che si nutre di amore e nostalgia

Francesca Cingoli | 08.01.2019

Nulla è come sembra nel romanzo “Sette giorni perfetti” di Rosie Walsh. È una storia di passione che si trasforma in thriller, portando su strade che sembrano sicure ma poi si rivelano sbagliate. È un thriller che si nutre di amore e nostalgia, e conduce chi legge a scavare nelle profondità di un animo ferito e di un cuore a pezzi con uno smarrimento che ha gli ingredienti del mistero...


All’improvviso, eccoti: una colorata foglia autunnale che fa capriole su un prato opaco color ardesia.

Arriva così, il ricordo: una bellezza malinconica che appartiene alla natura e che della natura si nutre. Un prato opaco color ardesia è stato terreno di gioco e di amicizia per tre ragazzine del Gloucestershire, Sarah, sua sorella Hannah, l’amichetta Alex. Un’immagine cristallizzata nella memoria.

Sette giorni perfetti

Quel prato, che ha il profumo dell’infanzia, è al centro di Sette giorni perfetti (Longanesi, traduzione di Alba Bariffi) di Rosie Walsh.

È lì che sono andati a finire storie e ricordi, ed è lì che Sarah, ormai donna, fa l’incontro che le cambia la vita. Eddie è amore a prima vista, è leggerezza e armonia: una vita in tonalità maggiore. Eddie vive lì accanto, in un vecchio fienile, fa il pane appena sveglio, dopo una notte di amore, intaglia il legno, accarezza Sarah in silenzio nell’erba, nel caldo dell’estate. È un uomo dolce, ma solido e sicuro, come una quercia, come se facesse parte di quella valle così radicata nell’infanzia. Per lui e Sarah, per sette lunghi giorni, il paesaggio si veste di un sapore antico, perfetto.

Verdi cuscini di muschio e bassifondi di ghiaia pulita, sorvegliati da spinosi ciuffi di tife.

È amore, il loro, improvviso e profondo come radici nella terra. Dopo sette giorni Eddie deve partire, una vacanza in Spagna di una settimana con un amico. Promette di chiamare. Non chiamerà più. 

Sarah passa giornate in attesa di un cenno, di un messaggio. Eddie è scomparso. Gli amici di sempre fanno quello che ci si aspetta da loro, con pragmatismo e buon senso la invitano a chiamare quei sette giorni con il nome che meritano, un’avventura, bella e finita. Ma Sarah non si dà pace, era amore, e a Eddie deve essere successo qualcosa. Oppure Eddie non è chi dice di essere.

Nulla è come sembra in Sette giorni perfetti e Rosie Walsh è abile nel costruire certezze nel lettore per poi scardinarle. È una storia di passione che si trasforma in thriller, portando su strade che sembrano sicure ma che poi si rivelano sbagliate. È un thriller che si nutre di amore e nostalgia, e conduce chi legge a scavare nelle profondità di un animo ferito e di un cuore a pezzi, con uno smarrimento che ha gli ingredienti del mistero, e crea per questo incertezze e ansia. Perché quello che è mancato in quei sette giorni perfetti forse è la verità.

È una tensione continua che porta Sarah indietro, alle origini di tutta la storia, su quel campo d’orzo, su quella bollente immobilità estiva, nella quale sono sparsi tanti segreti. I fiori di sambuco sono sempre lì, nei campi delle Cotswolds a reclamare attenzione, e redenzione, in un senso di attesa che pervade tutta la storia.

Per la prima volta da quand’ero ragazza, mi sembrò di essere in un posto a cui appartenevo.

I sette giorni perfetti con Eddie sono più di un’avventura, sono un ritorno a casa. Il mistero lascia spazio all’intimità, all’indagine dei percorsi della mente e delle fantasie che partorisce per curarsi o ferirsi, rivelando fragilità e autenticità di sentimenti.

È un equilibrio narrativo difficile, quello tra il thriller e il diario psicologico, ma la contrapposizione funziona e fa palpitare a ogni pagina. Rosie Walsh ha firmato un romanzo che non concede tregua, creando la dipendenza che le storie ben raccontate riescono a generare, con un sapiente uso dei flashback, cambi di prospettiva improvvisi che spiazzano chi legge e un coinvolgente flusso di coscienza intimo, vero e commovente, che restituisce un personaggio femminile forte e delicato insieme, votato alla sopravvivenza e capace di amore sincero. 

Pensavo a te come un albero e a me come un deserto.

Fonte: www.illibraio.it

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